Calvario

Informazioni:

La chiesa è aperta durante gli orari delle Sante Messe.

Orario S. Messe;

Il Venerdì Santo di sera durante la processione dalla Santa Casa al Calvario

Contatti;

Numero Parrocchia: 0342 430118

Don Augusto: cellulare 339 3089540 mail abormolini@tiscali.it



Meglio nota come Oratorio del Calvario, sorge sulla rupe omonima che domina il paese di Tresivio a Nord e la media Valtellina verso Sud, su cui insisteva un imponente complesso fortificato.

Col passare dei secoli Tresivio crebbe via via di importanza, fino a divenire capoluogo della valle sotto l'egemonia del Ducato di Milano ed entro le mura furono edificate anche la chiesa parrocchiale, la cappella di San Michele e il palazzo del tribunale di valle.

L'Oratorio è stato edificato da parte della confraternita del Santissimo Sacramento nel 1658, come si legge nell'architrave del portalino d'ingresso, utilizzando - pare - le pietre recuperate dalla demolizione del castello, avvenuta per conto dei Grigioni nel 1514.

La costruzione, barocca, si presenta con una facciata a vela, scandita da 4 lesene e 2 nicchie per lato, con al centro l'elegante portalino a timpano, e ai lati di esso 2 finestre in pietra, quadrate, con grata.

La chiesetta è meta della tradizionale processione del Venerdì Santo che parte dal santuario della Santa Casa e si snoda lungo un percorso caratterizzato dalle diverse stazioni con croci di ferro.

Per raggiungere la chiesetta si parte a piedi dalla Piazza Fontana. La facile salita richiede circa 10-15 minuti.

 

Alle pendici della rupe del Calvario, che da Tresivio precipita sul fondovalle, sono stati ritrovati reperti risalenti all’età del rame e del bronzo, oltre che incisioni rupestri dell’antica e media età del bronzo (XX-XVII sec. a. C.).

 

La Tresivio duecentesca era controllata dalla potente famiglia guelfa dei Beccaria, che avevano il loro centro di potere nel castello edificato alla sommità del Calvario ed erano alleati dei De Capitanei di Sondrio, insediati al Castel Masegra. Le tensioni fra partito guelfo e ghibellino si fecero sempre più acute all’inizio del successivo secolo XIV, tanto che proprio sotto il castello di Tresivio si combattè, il 6 aprile del 1329, la battaglia che vide contrapposti i ghibellini capeggiati dalla famiglia dei Rusconi ai guelfi. Questi prevalsero, ma di lì a pochi anni la situazione si rovesciò, perché si affacciarono in valle di Visconti, signori di Milano e ghibellini.

 

Ecco come presenta il paese la II edizione della Guida alla Valtellina edita a cura del CAI nel 1884: “Tresivio (460 m.1676 ab.), antica borgata, che sorge in una sella del monte frammezzo a fertile e ridente campagna. Merita di essere osservato il vecchio campanile della chiesa parocchiale di S. Pietro a forme svelte ed armoniche. Lì vicino stanno le ville di due famiglie Guicciardi; un poco più lontano la nuova sede del Comune e delle Scuole. A mezzodì si alza a un centinaio di metri una rupe, detta il Calvario, dalla quale lo sguardo abbraccia vasto e pittoresco panorama. Nel 1871, mentre si ponevano le fondamenta della nuova casa che sta nella contrada di Piazza vicino alla fontana, trovassi una lapide in granito. Il Corrsen, professore all'Università di Berlino, la affermò lapide etrusca, e ne interpretò l'iscrizione così: Z. Esia L. Lepalial — dicendola iscrizione sepolcrale di una donna per nome Esia. Questo è per avventura il monumento più antico che sia stato rinvenuto in Valtellina, come Tresivio verrebbe ad essere uno dei punti più settentrionali a cui si sia esteso l'etrusco.
Sulla cime della rupe, ora detta del Calvario, veggonsi tuttora ruderi robusti. Sono gli avanzi della fortissima rocca che esisteva lassù. Il cronista de Selva, chiama questa rape Motta di Tresivio, e dice che fu diligentemente murata nel 1331 per cura di Egidio de Capitanei e di Remengo Lavizzario podestà di Sondrio. Ma anche prima esisteva lassù un forte castello; infatti lo stesso Selva narra che nel 1325 Franchino Rusca era venuto con gran gente nel Castello di Tresivio. Ai 9 di aprile 1329 ai pieni della rupe, là dove ancora si dice la Piazza, si combattè aspra battaglia tra le genti del Rusca e i Sondriesi.

 

Sopra una rupe detta il Calvario si scorgono: i ruderi di una forte rocca, detta la Metta di Tresivio, che dicesi esisteste sin prima del 1300, distrutta dai Grigioni nel 1512. Ai piedi di questa rupe, nel 1325, Franchino Rusca, condottiero dei Comaschi, ebbe un aspre combattimento coi Sondriesi.”

L'oratorio del Calvario sorse probabilmente nel secolo XVII su una rupe dalla quale si domina tutto il paese retrostante e, a sinistra, gran parte della media Valtellina. Reperti archeologici trovati nei vigneti sottostamti e nei dintorni, tra cui un'ascia levigata, fuseruole in pietra ollare, un'immanicatura fatta con un corno di cervo, monete romane e, nella sottostante contrada Piazza , un'importante lapide con iscrizione Nord-Etrusca (o retica secondo alcuni), dimostrano chiaramente come Tresivio e la rupe del Calvario, col suo bel pianoro erboso, furono abitati in epoche remote prima ancora che il paese diventasse il centro di un'importante pieve. La rupe fu sede di un fortalizio, forse sin dal secolo XII; centro di molte vicende belliche, venne ricostruito più volte e completamente abbattuto dai Grigioni nel secolo XVI.  Di esso rimangono poche vestigia (qualche muro sbrecciato e  un locale sotterraneo involtato) presso la chiesetta, la quale è meta di fedeli soprattutto in occasione del Venerdì Santo. Essa ha un frontone barocco piuttosoto alto con al centro un'apertura inferiormente arrotondata, in cui è posta una campanella; dal cornicione scendono 4 lesene tra le quali si trovano ai lati alcune nicchie e due piccole finestre con grate e al centro una finestra e un portalino con timpano sull'architrave del quale si leggono la data 1658 e le parole "Oratorio fatto dalla Compagnia del Sant(issimo)".


Chiesetta davanti

Chiesetta

Notte di Pasqua: luna e croce illuminata

Vista dal paese

La rupe